✔ XS - piccolissima (226 x 324)
✔ S - piccola (301 x 432)
✔ M - Media (414 x 594)
✔ L - Grande (419 x 600)
Originale
Giorgio Wenter Marini
Charlotte (Lotte) Radnitz - Praga 1889 - Venezia 1986
Ritratto del marito Guido Ehrenfreund - Frumi
Cartolina viaggiata in busta
Charlotte (“Lotte”) Radnitz nacque nella Praga degli anni d’oro, della grande stagione culturale d’inizio ‘900, quella raccontata da Rainer Maria Rilke e Kafka. Fu amica di Schiele e Kokoschka.
Oltre a nutrirsi della grande cultura mitteleuropea, Lotte affinò le qualità intellettuali ed estetiche con lunghi soggiorni nelle capitali europee, dove completò la sua formazione artistica.
A Parigi frequentò Utrillo e Soutine e i pittori scapigliati di Montparnasse.
Nel 1929 l’incontro con il marito Guido Ehrenfreund- appunto italianizzato in Frumi, la trasformò definitivamente in “veneziana”.
La guerra provocò la perdita di affetti, della casa con tutti i suoi quadri e dei ricordi di gioventù, segnerà irrimediabilmente la sua vita e la sua arte. …Fuggita da Venezia per paura delle persecuzioni, dopo che la madre fu deportata in un lager, trovò scampo in Toscana, dove frequentò l’intellighenzia cosmopolita colà rifugiatasi e conobbe Bernard Berenson.
In ogni situazione che ebbe la ventura di attraversare, Lotte continuò a dipingere con un talento e una sensibilità innata e alimentate dalle formidabili esperienze umane e culturali che si trovava a vivere.
Tant’è che, finita la guerra, espose alla Biennale del 1948 dove rivide l’amico Kokoschka.
In quel periodo si dedicò soprattutto ai ritratti, come quello esposto alla Biennale di Aldo Camerino e come quelli assai intensi della madre e delle sorelle Hilda e Gerty (che ottenne il Nobel per la medicina nel 1947 insieme al marito Carl Cori).
Altro tema amato è anche il paesaggio che oltrepassa l’impianto en plein air con accensioni cromatiche vicine all’espressionismo e talvolta al simbolismo. Abitò fino alla morte a palazzetto Falier sul Canal Grande, immersa, ultima testimone di un’età d’oro della cultura europea, nell’atmosfera incantata di Venezia.
Per vedere alcune sue Opere si consiglia la mostra: Ebraicità al femminile Otto artiste del Novecento- Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano Fino al 13 ottobre 2013
I Ritratti dell'artista praghese hanno un ruolo significativo nella Venezia del dopoguerra, portando in laguna e adattandola a essa la «lezione» espressionista e il timbro coloristico che la avvicina soprattutto (ma forse con una più marcata accentuazione realista) a Oscar Kokoshka.
Custode della memoria pittorica di Lotte Frumi è in buona parte il Comitato veneziano della Società Dante Alighieri presieduto da Rosella Mamoli Zorzi, che all'inizio degli anni Ottanta ricevette in donazione un cospicuo numero di quadri della pittrice di origine ebraica, sposata a Venezia con Guido Ehrenfreund-Frumi.